giovedì 10 novembre 2016

Con il 2017 arriva il maxi condono delle cartelle Equitalia!

 Si tratta di un “maxi condono fiscale” e queste tre parole sono come una musica piacevole per i contribuenti che hanno sulle spalle qualche debito, ma davvero potranno dire addio alle cartelle di Equitalia?
Scopri come funziona e tutto quello che devi sapere sulla loro rottamazione.
Per prima cosa bisogna dire che potranno essere rottamate solo le cartelle notificate tra il 1° gennaio 2000 ed il 31 dicembre 2015 e quelle che riguarderanno i tributi, le imposte, i contributi previdenziali ed assistenziali e le multe stradali.

VOCI  DA PAGARE?
Il contribuente è chiamato a pagare l’importo base della cartella, gli interessi per ritardata iscrizione a ruolo, l’aggio calcolato sul capitale ed interessi, le spese di esecuzione e di notifica della cartella.

COSA NON SI PAGA?
Vogliamo chiarire che non è vero che non si pagherà più la cartella di Equitalia, possiamo dire che solo “alcune voci” non si pagheranno e queste sono le sanzioni, gli interessi di mora e le somme aggiuntive sui contributi previdenziali. Per quanto riguarda le multe, non si pagheranno gli interessi di mora e le maggiorazioni.
Si tratta di uno sconto abbastanza consistente se si pensa che le sanzioni solitamente non sono inferiori al 30% del tributo e gli interessi di mora vanno dal 4% all’8%, anche se sappiamo bene che i contribuenti avrebbero preferito un annullamento totale della cartella.

MA COME SI FA A ROTTAMARE LA CARTELLA?
Per rottamare una cartella, è il contribuente che deve attivarsi e farne richiesta all’Agenzia dell’Entrate, può farlo già a partire dalla prossima settimana, dal 7 novembre 2016 al 23 gennaio 2017, compilando l’apposito modulo scaricabile direttamente dal sito dell’Agenzia delle Entrate. Il modulo va presentato allo sportello dell’Agente della riscossione o inviato all’ indirizzo mail/PEC  unitamente a copia del documento d’identità.

Ognuno sarà però libero di scegliere se pagare l’intero debito tutto in un fiato o chiedere la rateizzazione in 4 rate. Chi opterà per le rate avrà delle scadenze da rispettare, come per esempio quella del pagamento dell’ultima rata entro il 15 marzo 2018 e fate attenzione a non dimenticarvene, perché chi salta il pagamento di una rata perde il beneficio.
Equitalia entro il 24 aprile 2017 comunicherà l’importo complessivo da pagare ed invierà al contribuente i bollettini per il pagamento.
Su alcuni punti però c’è ancora un po’ di incertezza.


L'autorità per l'enerigia: confermato il rimborso automatico in bolletta

La decisione dell'Authority conferma ed esplicita "quanto era già previsto dalla regolazione vigente, dando così anche esecuzione nei tempi previsti a quanto richiesto dall'ordinanza del TAR della Lombardia. In questa ordinanza si revoca la precedente sospensione dell'aggiornamento delle condizioni di maggior tutela per il terzo trimestre 2016 e si dispone di individuare un circuito di ripristino pro-consumatori".

L'importo, che  verrà recuperato sulla base delle indagini condotte dall'Autorità, saranno restituite agli utenti nella «prima bolletta utile», indipendentemente dall'esito finale del procedimento amministrativo. Per «prima bolletta utile» s'intende quella che verrà emessa al termine delle indagini, che sono ancora in corso e di cui sono state per ora comunicate le risultanze dell'istruttoria.
È probabile che i primi rimborsi potrebbero arrivare nella prima parte del 2017. La decisione dell'Autorità rappresenta l'ultima puntata di una vicenda iniziata a luglio, quando il Tar della Lombardia ha sospeso l'aggiornamento delle bollette per il trimestre luglio-settembre, a causa di condotte anomale sul mercato del dispacciamento. Lo scorso 16 settembre, invece, l'ordinanza collegiale del Tar aveva ripristinato gli aumenti, invitando però l'Autorità ad adottare, entro 40 giorni, un provvedimento che predeterminasse da subito le modalità per la liquidazione e corresponsione automatica dei rimborsi.

L'Autorità per l'energia elettrica il gas e il sistema idrico ha confermato che per i consumatori ci sarà un rimborso automatico in bolletta degli importi indebiti derivanti da condotte anomale tenute dagli operatori del mercato all’ingrosso. 

domenica 6 novembre 2016

Assegno Ricollocamento Disoccupati


 cos'è, a chi spetta e importo

L'assegno di ricollocamento viene introdotto col Jobs Act, la riforma del lavoro attuata dal governo, e si affianca alle indennità di disoccupazione Naspi, Asdi e Dis Coll: si tratta di un "voucher per la ricollocazione dei disoccupati" ed è accessibile anche in caso di licenziamento legittimo. Vediamo dunque tutte le informazioni sull'assegno di ricollocamento (o assegno di ricollocazione, i due termini sono sinonimi), chi può domandarlo e altri dettagli, chiarendo però subito che in realtà al disoccupato non vengono dati soldi "in mano".


I decreti attuativi del Jobs Act emanati dal governo hanno dato vita a una riforma degli ammortizzatori sociali - cassa integrazione e sussidi di disoccupazione: si introduce anche l'assegno di ricollocazione, o assegno di ricollocamento (detto anche voucher o dote individuale di ricollocazione, che non va confuso coi voucher INPS per pagare lavoro occasionale). 
In estrema sintesi "sarà possibile andare in un'agenzia per il lavoro privata o in un centro per l'impiego con un assegno in mano, pagato dallo Stato, da consegnare ai responsabili della struttura solo a occupazione trovata": cerchiamo di capire come funziona il tutto.
Domanda di assegno di ricollocamento
Ci si deve iscrivere al Portale Unico Registrazione Persone In Cerca di Lavoro per comunicare di essere disoccupati e disponibili ad un lavoro e alle iniziative dei Servizi per l'Impiego (possibile anticipare i tempi per accelerare la procedura di domanda, registrandosi in pendenza del periodo di preavviso). La domanda di indennità di disoccupazione Naspi, Asdi o Dis Coll vale come dichiarazione immediata di disponibilità.
Dopo massimo 60 giorni il disoccupato viene ricontatto per individuare un "patto di servizio", ovvero un insieme di iniziative per trovare lavoro, redatte in base al profilo di occupabilità del soggetto che sarà seguito da un responsabile.
Chi può domandare l'assegno di ricollocazione
L'assegno di ricollocamento può essere richiesto dai lavoratori formalmente disoccupati che hanno percepito almeno quattro mesi di indennità di disoccupazione Naspi, ma anche dai lavoratori a rischio disoccupazione (ovvero in CIGS per cessazione, anche parziale, dell'attività dell’azienda, oppure sospesi per una procedura concorsuale del datore di lavoro, o ancora in Cassa integrazione in deroga, in contratti di solidarietà) e dai lavoratori disoccupati parziali (cioè che pur avendo un lavoro dipendente o autonomo hanno un reddito annuo pari o inferiore a quello esente da IRPEF e non sono quindi obbligati a fare la dichiarazione dei redditi).
Cosa è l'assegno di ricollocamento e che importo?
Ma non è un sostegno al reddito spendibile come si vuole. Infatti il voucher ricollocamento, comunque non tassabile, si può usare per funzioni e compiti di politiche attive del lavoro presso i Centri per l'Impiego o soggetti privati accreditati. L'importo dell'assegno di ricollocamento dipende dal livello di occupabilità del disoccupato, ovvero più è "basso" il suo profilo occupazionale/professionale e più è alto l'importo: la media è sui 1500€, il massimo circa 3/4000€.

Per trovare lavoro il disoccupato potrà scegliere a quale struttura pubblica o privata rivolgersi, a quale agenzia per il lavoro accreditata, la quale sarà pagata da Stato o Regione solo se viene effettivamente trovata un'occupazione. Insomma, al disoccupato non spetta un euro in realtà.

In caso di rifiuto di un'offerta di lavoro congrua al proprio profilo (coerenza con esperienza e competenze maturate, distanza dal domicilio e tempi di trasferimento, durata della disoccupazione, retribuzione superiore di almeno il 20% rispetto all'indennità percepita nel mese precedente) o mancato rispetto degli impegni dovuti dal percorso di ricollocamento, si subisce la riduzione o la sospensione della Naspi, dell'
Asdi o della Dis Coll, cioè dell'indennità di disoccupazione che si sta prendendo.