venerdì 10 aprile 2020

Buona Pasqua


Uova di cioccolato: dall'antichita' ai giorni nostri
Regalare uova durante le festività pasquali è una tradizione molto antica, diffusa in quasi tutto il mondo. Da sempre infatti le uova, anche prima dell’avvento del cristianesimo, hanno simboleggiato temi come la vita, la fertilità e la rinascitaI Persiani, ad esempio, erano soliti, all’avvento della stagione primaverile, scambiarsi uova di gallina. Si hanno testimonianze di questa usanza anche fra gli antichi Egizi, i quali consideravano il cambio di stagione una sorta di primo dell’anno e le uova come fulcro dei quattro elementi dell’universo (acqua, aria, terra e fuoco). Ma anche nel medio Oriente e addirittura in Cina, lo scambio di uova decorate e colorate ha avuto un forte significato simbolico, un augurio di prosperità e fertilità.
Con l’avvento del Cristianesimo, l’uovo è diventato anche il simbolo della resurrezione di Cristo, uscito vivo dal sepolcro. Nei paesi cristiani di rito orientale, come in Grecia e nei Balcani, la tradizione vuole che ci si scambi uova di Pasqua colorate di rosso, simbolo della Passione. Inoltre il giorno di Pasqua, in molti riti, si compie la benedizione pubblica delle uova, simbolo di resurrezione e della ciclicità della vita. Tipiche sono anche le gare che i commensali, il giorno di Pasqua, indicono dove viene eletto l’uovo più resistente.
Ma esistono anche uova celebri e preziose, come quelle famosissime realizzate dall’orafo Peter Carl Fabergé in oro, platino e gemme preziose incastonate a decorare dei veri e propri capolavori, come quello che, nel 1883, lo zar di Russia commissionò all’orafo, come dono per la zarina Maria. Fabergé creò un uovo di platino smaltato di bianco contenente un ulteriore uovo, in oro, il quale conteneva a sua volta due doni: una riproduzione della corona imperiale ed un pulcino d’oro.
Ma arriviamo ai giorni nostri … l’uovo che viene regalato in maniera più diffusa a Pasqua, ormai è senza dubbio quello di cioccolato. In Italia, la tradizione di scambiarsi per Pasqua uova di cioccolato, è nata molto probabilmente sul finire del XVII secolo, in corrispondenza delle diffusione in Europa del consumo dello zucchero e del cacao, arrivati dal Centro e dal Sud America. Alla corte francese, dove le uova di cioccolato venivano chiamate “uova all’italiana”, si fa risalire l’usanza di inserire una sorpresa nell’uovo; usanza che si è conservata fino ai giorni nostri, per la gioia di tutti i bambini.
E se, fino a qualche decennio fa la preparazione delle classiche uova di cioccolato era per lo più affidato ad artigiani e maestri cioccolatai, oggi l’uovo di Pasqua è un prodotto diffuso soprattutto in chiave commerciale, prodotto dalle grandi ditte dolciari e venduto nella grande distribuzione. Ormai in commercio se ne possono trovare di tutti i tipi e gusti: cioccolato al latte, bianco, fondente, decorato con nocciole, mandorle, granella, pistacchi, classico o che richiama personaggi dei cartoni. Da qualche hanno si è diffusa anche la commercializzazione, accanto alle classiche uova, anche di prodotti come coniglietti, ovetti, pecorelle, campane, uccellini sempre di cioccolato.
Una curiosità: in Francia, la tradizione vuole che per i più piccoli, durante il periodo pasquale, vengano realizzate delle vere e proprie cacce pasquali al tesoro, in cui le uova, preparate artigianalmente e di dimensioni ridotte, vengono nascoste fra gli alberi e vengono poi ritrovate dai bambini.
E in questo particolare momento, in cui a causa dell'emergenza Covid-19 siamo costretti a casa e anche andare a fare la spesa è difficoltoso, perchè non preparare un uovo di cioccolato a casa nostra? Magari facendoci aiutare dai nostri bimbi, così da impegnarli in un'attività di sicuro molto divertente e golosa!
Ecco quello che serve: due stampi da uova pasquali di grandezza media, 500 grammi di cioccolato fondente o al latte, a secondo dei gusti (l’importante è che contenga il 35% di burro di cacao) e un termometro per dolci. Per la scelta dello stampo, se siete alle prime esperienze, è consigliabile utilizzare degli stampi in plastica non eccessivamente rigida, più facili da maneggiare. Portate a ebollizione dell’acqua in una pentola. Fatto questo, abbassate la fiamma e immergete un secondo pentolino contenente il cioccolato a pezzi, lasciatelo sciogliere a bagnomaria. Controllate, con il termometro per dolci, che la temperatura del cioccolato sia sempre intorno ai 42 gradi centigradi. Togliete a questo punto il cioccolato dal fuoco e versarne il 75% su una superficie liscia – marmo, ceramica o vetro – , e lasciate la restante parte del cioccolato a bagnomaria. Con una spatola, meglio se di metallo, girate il cioccolato sulla superficie, finché arriva a una temperatura di 30 gradi centigradi; versate il cioccolato lavorato nel pentolino assieme al resto del cioccolato. La temperatura del cioccolato nel pentolino a questo punto dovrebbe essere intorno ai 35 gradi, se non è così rimettere il pentolino a bagnomaria per fargli raggiungere questa temperatura. Prendete i 2 mezzi stampi, versatevi il cioccolato e roteateli in modo che il cioccolato si spalmi bene su tutta la superficie. Aspettate qualche minuto e mettere gli stampi in frigo, il cioccolato si solidificherà in un paio di ore. Togliete le uova dal frigo e staccate, delicatamente, il cioccolato dagli stampi; con un coltello lisciate i bordi, in modo che possano combaciare perfettamente e non ci siano sbavature. Inserite, se volete, la sorpresa all’interno di una delle due metà dell’uovo. A questo punto unire le due metà dell’uovo, utilizzate una teglia che avrete preriscaldato in forno per circa 15 minuti. Appoggiate la teglia per poco sulle due metà da congiungere in modo da farle ammorbidire e unire i bordi, delicatamente e in modo che combacino. A questo punto il vostro uovo di Pasqua è pronto! Sbizzarritevi a decorarlo nel modo che più vi piace, poi prendete una bella carta colorata e un fiocco a tinta e il gioco è fatto!
Buona Pasqua a tutti!!!!

Progetto “La Spesa Che Sfida”, finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico (DM 7 febbraio 2018), realizzato da Casa del Consumatore, Altroconsumo e Assoconsum.
Fonte. www.casadelconsumatore.it

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