Uova di cioccolato: dall'antichita' ai giorni nostri
Regalare uova durante
le festività pasquali è una tradizione molto antica, diffusa in quasi tutto il
mondo. Da sempre infatti le uova, anche prima dell’avvento del
cristianesimo, hanno simboleggiato temi come la vita, la fertilità e la
rinascita. I Persiani, ad esempio, erano soliti, all’avvento
della stagione primaverile, scambiarsi uova di gallina. Si hanno testimonianze
di questa usanza anche fra gli antichi Egizi, i quali consideravano
il cambio di stagione una sorta di primo dell’anno e le uova come fulcro dei
quattro elementi dell’universo (acqua, aria, terra e fuoco). Ma anche nel medio
Oriente e addirittura in Cina, lo scambio di uova decorate e colorate ha
avuto un forte significato simbolico, un augurio di prosperità e fertilità.
Con l’avvento del Cristianesimo,
l’uovo è diventato anche il simbolo della resurrezione di Cristo, uscito vivo
dal sepolcro. Nei paesi cristiani di rito orientale, come in Grecia e nei
Balcani, la tradizione vuole che ci si scambi uova di Pasqua colorate di
rosso, simbolo della Passione. Inoltre il giorno di Pasqua, in molti riti, si
compie la benedizione pubblica delle uova, simbolo di resurrezione e della
ciclicità della vita. Tipiche sono anche le gare che i commensali, il giorno di
Pasqua, indicono dove viene eletto l’uovo più resistente.
Ma esistono
anche uova celebri e preziose, come quelle famosissime realizzate
dall’orafo Peter Carl Fabergé in oro, platino e gemme preziose
incastonate a decorare dei veri e propri capolavori, come quello che, nel 1883,
lo zar di Russia commissionò all’orafo, come dono per la zarina Maria. Fabergé
creò un uovo di platino smaltato di bianco contenente un ulteriore uovo, in
oro, il quale conteneva a sua volta due doni: una riproduzione della corona
imperiale ed un pulcino d’oro.
Ma arriviamo ai giorni
nostri … l’uovo che viene regalato in maniera più diffusa a Pasqua,
ormai è senza dubbio quello di cioccolato. In Italia, la tradizione di
scambiarsi per Pasqua uova di cioccolato, è nata molto probabilmente sul finire
del XVII secolo, in corrispondenza delle diffusione in Europa del consumo dello
zucchero e del cacao, arrivati dal Centro e dal Sud America. Alla corte
francese, dove le uova di cioccolato venivano chiamate “uova all’italiana”, si
fa risalire l’usanza di inserire una sorpresa nell’uovo; usanza che si è
conservata fino ai giorni nostri, per la gioia di tutti i bambini.
E se, fino a qualche
decennio fa la preparazione delle classiche uova di cioccolato era per lo più
affidato ad artigiani e maestri cioccolatai, oggi l’uovo di Pasqua è un
prodotto diffuso soprattutto in chiave commerciale, prodotto dalle grandi
ditte dolciari e venduto nella grande distribuzione. Ormai in commercio se ne
possono trovare di tutti i tipi e gusti: cioccolato al latte, bianco, fondente,
decorato con nocciole, mandorle, granella, pistacchi, classico o che richiama
personaggi dei cartoni. Da qualche hanno si è diffusa anche la
commercializzazione, accanto alle classiche uova, anche di prodotti come
coniglietti, ovetti, pecorelle, campane, uccellini sempre di cioccolato.
Una curiosità: in Francia, la
tradizione vuole che per i più piccoli, durante il periodo pasquale, vengano
realizzate delle vere e proprie cacce pasquali al tesoro, in cui le uova,
preparate artigianalmente e di dimensioni ridotte, vengono nascoste fra gli
alberi e vengono poi ritrovate dai bambini.
E in questo
particolare momento, in cui a causa dell'emergenza Covid-19 siamo costretti a
casa e anche andare a fare la spesa è difficoltoso, perchè non
preparare un uovo di cioccolato a casa nostra? Magari facendoci
aiutare dai nostri bimbi, così da impegnarli in un'attività di sicuro molto
divertente e golosa!
Ecco quello che
serve: due stampi da uova pasquali di grandezza media, 500 grammi di cioccolato
fondente o al latte, a secondo dei gusti (l’importante è che contenga il 35% di
burro di cacao) e un termometro per dolci. Per la scelta dello stampo, se siete
alle prime esperienze, è consigliabile utilizzare degli stampi in plastica non
eccessivamente rigida, più facili da maneggiare. Portate a ebollizione
dell’acqua in una pentola. Fatto questo, abbassate la fiamma e immergete un
secondo pentolino contenente il cioccolato a pezzi, lasciatelo sciogliere a
bagnomaria. Controllate, con il termometro per dolci, che la temperatura del
cioccolato sia sempre intorno ai 42 gradi centigradi. Togliete a questo punto
il cioccolato dal fuoco e versarne il 75% su una superficie liscia – marmo,
ceramica o vetro – , e lasciate la restante parte del cioccolato a bagnomaria.
Con una spatola, meglio se di metallo, girate il cioccolato sulla superficie,
finché arriva a una temperatura di 30 gradi centigradi; versate il cioccolato
lavorato nel pentolino assieme al resto del cioccolato. La temperatura del
cioccolato nel pentolino a questo punto dovrebbe essere intorno ai 35 gradi, se
non è così rimettere il pentolino a bagnomaria per fargli raggiungere questa
temperatura. Prendete i 2 mezzi stampi, versatevi il cioccolato e roteateli in
modo che il cioccolato si spalmi bene su tutta la superficie. Aspettate qualche
minuto e mettere gli stampi in frigo, il cioccolato si solidificherà in un paio
di ore. Togliete le uova dal frigo e staccate, delicatamente, il cioccolato
dagli stampi; con un coltello lisciate i bordi, in modo che possano combaciare
perfettamente e non ci siano sbavature. Inserite, se volete, la sorpresa
all’interno di una delle due metà dell’uovo. A questo punto unire le due metà
dell’uovo, utilizzate una teglia che avrete preriscaldato in forno per circa 15
minuti. Appoggiate la teglia per poco sulle due metà da congiungere in modo da
farle ammorbidire e unire i bordi, delicatamente e in modo che combacino. A
questo punto il vostro uovo di Pasqua è pronto! Sbizzarritevi a decorarlo nel
modo che più vi piace, poi prendete una bella carta colorata e un fiocco a
tinta e il gioco è fatto!
Buona Pasqua a
tutti!!!!
Progetto “La Spesa Che
Sfida”, finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico (DM 7 febbraio 2018),
realizzato da Casa del Consumatore, Altroconsumo e Assoconsum.
Fonte. www.casadelconsumatore.it
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